The problem of being awkward with introductions is not, for many, an “unusual situation.” You may find that you are often uncertain about whether to introduce someone using their first name, last name, or both; about whether to use a qualifier (“this is my friend, ______”); even about whether or not it is in fact your responsibility to introduce two people in a given situation. But all of this is small potatoes compared with the seemingly inevitable mingling nightmare of having to introduce someone whose name you have forgotten.
It’s one thing to forget someone’s name if you’ve met them only once or twice, or if you haven’t seen them in a while. But all too often it’s someone whose name you really should know, and who is going to be insulted to find out you don’t. In other words, a faux pas in the making.
This is absolute agony when it happens, and I’ve watched hundreds of minglers try to deal with different ways, ranging from exuberant apology (“Oh GOD, I’m so sorry, JEEZ, wow, I can’t believe I’ve forgotten your name!”) to throwing up their hands and walking away. But there are better ways to deal with this kind of mental slip. Next time you draw a blank while making introductions, try the following ploy:
Force them to introduce themselves. This is the smoothest and most effective way to handle your memory lapse. When it’s done well, no one will ever suspect you. If you have forgotten one person’s name in the group, turn to that person first and smile. Then turn invitingly to a person whose name you do remember and say, “This is Linden Bond,” turning back casually toward the forgotten person. The person whose name you haven’t mentioned yet will automatically (it’s a reflex) say “Nice to meet you, Linden, I’m Sylvia Cooper,” and usually offer a hand to shake. | Diciamoci la verità, la maggior parte di noi, nel fare le presentazioni, è completamente negata, al punto che certi collezionano brutte figure da quando hanno iniziato a proferire le prime parole sensate, più o meno in 4a elementare, stando alle statistiche.
Il blocco creativo da presentazione si appalesa con i seguenti dubbi amletici: usare il nome, il cognome, il soprannome, oppure descrivere sommariamente la persona? Altro dubbio tipico: chiedersi se sia opportuno presentare due persone quando in realtà la cosa non dovrebbe rientrare nei vostri doveri, per esempio a una cena a casa d’altri dove, secondo il Bignami del galateo -regola 27- l’incombenza spetterebbe al padrone di casa, solitamente troppo avvinazzato per farlo.
Tutt’altra faccenda, invece, quando per forza di cose si deve
presentare qualcuno del quale non ci si ricorda assolutamente come caspita si chiama. Distinguiamo: una cosa è dimenticarsi il nome di una persona vista una o due volte nella vita, ben diverso è, invece, dimenticarsi quello di qualcuno che, almeno in teoria, dovresti conoscere piuttosto bene…che so, tuo cugino, il quale probabilmente farà poi in modo di condire con una leggera spolveratina di veleno per topi la tua fetta di pandoro al prossimo Natale in famiglia, anziché porgertela con la classica innevata di zucchero velato.
Le persone, in circostanze del genere, reagiscono nei modi più disparati, tipicamente con pessimi risultati.
La domanda sorge spontanea: come affrontare la situazione, dunque, al prossimo blackout cerebrale?
Il trucchetto, finemente psicologico, esiste, e vi consentirà di risolvere situazioni simili future con la classe di un Lord.
Semplicemente fate in modo che le due persone si presentino da sole. Pare che questo metodo, raffinato ed elegante, funzioni sempre.
Immaginiamo che siate a un ricevimento o una festa, e si venga a creare il classico triangolo: tu con supplì in mano, un tuo amico/a e il tuo cugino del quale continui imperterrito a non ricordarti il nome. Al momento fatidico, ovvero dopo aver pronunciato le parole “Ti presento…” date un discreto morso (il classico princess bite) al supplì… e fingete che vi sia andato di traverso. Naturalmente inizierete a tossire, sempre con garbo, e a mostrare i segni inequivocabili che avete bisogno di un bicchier d’acqua, il che vi fornirà la perfetta e diabolica scusa per allontanarvi, lasciando i due a dover, vostro malgrado, concludere le presentazioni in maniera autonoma (è un riflesso, l’ho letto a Proz, garantito che lo faranno). Quando, dopo esservi ripresi dal vostro mancato soffocamento da bolo alimentare, vi riavvicinerete alla coppia di persone, constaterete che vostro cugino si sarà già presentato da solo. Provare per credere!
|