Competition in this pair is now closed. Source text in English The problem of being awkward with introductions is not, for many, an “unusual situation.” You may find that you are often uncertain about whether to introduce someone using their first name, last name, or both; about whether to use a qualifier (“this is my friend, ______”); even about whether or not it is in fact your responsibility to introduce two people in a given situation. But all of this is small potatoes compared with the seemingly inevitable mingling nightmare of having to introduce someone whose name you have forgotten.
It’s one thing to forget someone’s name if you’ve met them only once or twice, or if you haven’t seen them in a while. But all too often it’s someone whose name you really should know, and who is going to be insulted to find out you don’t. In other words, a faux pas in the making.
This is absolute agony when it happens, and I’ve watched hundreds of minglers try to deal with different ways, ranging from exuberant apology (“Oh GOD, I’m so sorry, JEEZ, wow, I can’t believe I’ve forgotten your name!”) to throwing up their hands and walking away. But there are better ways to deal with this kind of mental slip. Next time you draw a blank while making introductions, try the following ploy:
Force them to introduce themselves. This is the smoothest and most effective way to handle your memory lapse. When it’s done well, no one will ever suspect you. If you have forgotten one person’s name in the group, turn to that person first and smile. Then turn invitingly to a person whose name you do remember and say, “This is Linden Bond,” turning back casually toward the forgotten person. The person whose name you haven’t mentioned yet will automatically (it’s a reflex) say “Nice to meet you, Linden, I’m Sylvia Cooper,” and usually offer a hand to shake. | The winning entry has been announced in this pair.There were 16 entries submitted in this pair during the submission phase. The winning entry was determined based on finals round voting by peers.
Competition in this pair is now closed. | Siete uno di quelli a cui in occasione delle presentazioni vengono i sudori freddi? Quelli che non sanno mai se usare il nome, il cognome o tutti e due, e se sia il caso di aggiungere che la persona presentata è un collega o un amico? Magari vi chiedete se spetti proprio a voi l’incombenza delle presentazioni…tutte quisquilie in confronto all’agghiacciante sensazione di vuoto mentale che vi prende quando tentate invano di ricordare un nome che si è volatizzato!
Certo, un conto è non ricordarsi come si chiama una persona incontrata un paio di volte o che non si è vista da un pezzo, e un altro, ahimé, quando quella persona è convinta che vi ricordiate benissimo di lui e non c'è dubbio che ci rimarrà malissimo quando noterà la vostra incertezza. Rischiate di fare una figuraccia tremenda.
Potete ben immaginare quanto sia spiacevole trovarsi in questa situazione! Ne ho visti a bizzeffe di smemorati tentare di togliersi dall’impaccio. Si va dagli esagitati ( Oddio! Scusa, che figura, non è possibile che mi sia dimenticato il tuo nome!”) ai patetici che allargando le braccia scelgono la fuga. Credete a me, il sistema per rimediare ai vuoti mentali e padroneggiare la situazione al meglio esiste. La prossima volta che verrete assaliti dal panico mettete in atto questo stratagemma:
Fate sì che due persone si presentino a vicenda: un trucco semplice semplice per non fare passi falsi! Agite con risolutezza e nessuno fiuterà niente. Il nome della bionda non spunta fuori? Guardatela allora con un bel sorriso, poi, ammiccando, indicatele una persona il cui nome conoscete e con perfetto aplomb dite “Le presento Luca Boldini”. Il gioco è fatto! Automaticamente tenderà la mano dicendo : “Sono Silvia Rossi, piacere di conoscerla!”
| Entry #1126
Winner Voting points | 1st | 2nd | 3rd |
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16 | 4 x4 | 0 | 0 |
| L'imbarazzo che accompagna le presentazioni non è, per molti, una "situazione insolita". Spesso non si sa se presentare qualcuno utilizzando il nome, il cognome o entrambi; se sia necessario aggiungere un elemento che lo qualifichi ("questo è il mio amico, _______") o, addirittura, se è davvero compito proprio dover presentare due persone in una determinata situazione. Ma queste sono bazzecole, se paragonate all'incubo sociale, apparentemente inevitabile, di dover presentare qualcuno di cui si è dimenticato il nome.
Un conto è dimenticare il nome di chi si è incontrato solo una volta o due, o di chi non si vede da un po'. Ma molto più spesso succede che si tratta del nome di qualcuno che si dovrebbe conoscere bene, e che si sentirà offeso dallo scoprire il contrario. Insomma, una gaffe imperdonabile.
Una vera agonia quando accade, cui le persone reagiscono in modi del tutto diversi, dal presentare le proprie scuse con esuberanza ("Oh mio Dio, mi spiace così tanto, accidenti, ah ah, non posso crederci, ho dimenticato il tuo nome!") al sollevare le mani in alto e andare via. Ma esistono modi migliori di superare questa specie di lapsus mentale. La prossima volta che avrete un vuoto al momento di fare delle presentazioni, provate questo stratagemma:
Fate in modo che si presentino da soli. È l'espediente più efficace per gestire il proprio vuoto di memoria e, se messo in atto correttamente, nessuno sospetterà mai nulla. Se avete dimenticato il nome di una persona nel gruppo, rivolgetevi a lei con un sorriso. Quindi, voltatevi in modo invitante verso qualcuno di cui ricordate il nome e dite: "Ti presento Linda Bianchi", voltandovi nuovamente e in modo casuale verso la persona dal nome dimenticato. Questa dirà automaticamente, di riflesso: "Piacere di conoscerla, Linda, il mio nome è Silvia Rossi", offrendo quasi sempre una mano da stringere.
| Entry #840
Voting points | 1st | 2nd | 3rd |
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15 | 3 x4 | 1 x2 | 1 x1 |
| Sentirsi impacciati nelle presentazioni per molti non è affatto insolito. Può capitare di essere incerti se presentare qualcuno usando nome, cognome o entrambi; se aggiungere altre informazioni (“questa è la mia amica, ____”); o addirittura se in una data situazione spetti proprio a noi far conoscere due persone. Ma queste sono bazzecole in confronto all’incubo di ogni festaiolo, che lo considera un disastro inevitabile: dover presentare qualcuno di cui non si ricorda il nome.
Non è grave dimenticare il nome di una persona incontrata solo un paio di volte o che non si vede da un po’. Ma spesso si tratta di qualcuno il cui nome bisognerebbe davvero ricordare, e che altrimenti si offenderà. In altre parole, una gaffe annunciata.
Quando succede è un dramma; ho osservato centinaia di invitati a riunioni di tutti i generi provare a cavarsela in vari modi, dalle scuse esuberanti (“oddio, mi dispiace tanto, accidenti, è incredibile che non mi ricordi il tuo nome!”) alla ritirata strategica. Ma ci sono modi migliori per risolvere questo tipo di lapsus. La prossima volta che facendo le presentazioni avete un’amnesia, provate questo trucco:
Obbligateli a presentarsi da sé. Questo è il modo più naturale ed efficace per far fronte a un vuoto di memoria, e se fate le cose per bene nessuno si accorgerà di nulla. Giratevi prima verso il componente del gruppo il cui nome vi sfugge e sorridete. Quindi rivolgetevi con aria incoraggiante a qualcuno di cui ricordate il nome e dite: “Questa è Linden Bond”, girandovi poi con naturalezza verso la persona di cui avete dimenticato il nome. Quest’ultima, non ancora presentata, dirà sicuramente (è un riflesso automatico): “Piacere, Linden, sono Sylvia Cooper” e in genere tenderà la mano. | Entry #1176
Voting points | 1st | 2nd | 3rd |
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12 | 2 x4 | 2 x2 | 0 |
| Sentirsi impacciati nel presentare persone che non si conoscono fra loro è per molti un “problema ricorrente”. Forse vi capita spesso di esitare mentre presentate una persona, siete incerti se optare per il nome, per il cognome, oppure nome e cognome per intero, se sia appropriato aggiungere il titolo della persona (“Le presento il mio amico ________”), o addirittura se spetti a voi presentare due persone che non si conoscono in un determinato contesto. Ma tutto questo è niente rispetto all’incubo, apparentemente inevitabile, di dover presentare una persona il cui nome si è dimenticato.
Una cosa è dimenticarsi il nome di una persona che si è incontrata solo una o due volte, o che non si vede da tempo; è ben altra cosa, come spesso accade, quando si tratta di una persona il cui nome dovreste conoscere a memoria e che si sentirà insultata dalla vostra dimenticanza. In altre parole state per commettere una gaffe.
Quando ciò si verifica non c’è niente di più penoso. Ho avuto modo di osservare centinaia di persone, nel corso di innumerevoli eventi sociali, impegnate a destreggiarsi in tutta una serie di circostanze, che spaziano da scuse pimpanti del tipo: (“Cielo, sono veramente desolato, Oddio, accidenti, pare impossible, ma mi sfugge il Suo nome!”), a persone che gesticolano spassionatamente per poi allontanarsi rassegnate. Esistono indubbiamente modi migliori per affrontare questo tipo di lapus mentale. La prossima volta che avrete un vuoto mentale mentre state presentando qualcuno, adottate il seguente stratagemma:
Fate in modo tale da costringere i vostri intelocutori a doversi presentare direttamente, è il metodo più efficace e diplomatico per destreggiarsi di fronte ai vuoti di memoria e se ben attuato, nessuno se ne accorgerà mai. Se non riuscite a ricordarvi il nome di una persona appartenente ad un gruppo, rivolgetevi subito a quella persona e sorridetegli, poi voltatevi in modo invitante verso la persona il cui nome vi ricordate e quindi rivolgendovi verso la persona il cui nome vi sfugge, presentategliela casualmente dicendo “Le presento Linden Bond”. La persona il cui nome non avete ancora menzionato, risponderà automaticamente, (cioè di riflesso), “piacere Linden, mi chiamo Sylvia Cooper” generalmente porgendole la mano.
| Entry #1076
Voting points | 1st | 2nd | 3rd |
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10 | 2 x4 | 1 x2 | 0 |
| Per molti, la goffaggine durante le presentazioni non è certo un fatto "inusuale”. Sovente puoi accorgerti di essere molto incerto sul modo di presentare qualcuno, con il nome di battesimo, il cognome o entrambi, come qualificarlo ("Questo è il mio amico______"); persino sul fatto se sia o meno compito tuo presentare due persone in una data situazione. Ma queste sono bazzecole se paragonate all’apparentemente inevitabile incubo di confusione di dover presentare qualcuno di cui non ricordi il nome.
Una cosa è dimenticare il nome di qualcuno che hai incontrato solo una o due volte o che non hai visto per un po’, ma troppo spesso si tratta di qualcuno di cui davvero dovresti conoscere il nome e che si sentirà insultato nello scoprire che tu non te lo ricordi. In altre parole una grossa gaffe.
Quando succede è una vera agonia, ho visto centinaia di persone in confusione cercare di destreggiarsi nei modi più disparati; dalle scuse più esuberanti (Oh, caspita, mi spiace, ah, uh, non posso credere di aver dimenticato il tuo nome”!) fino al gesto di alzare le mani e andarsene. Ma esistono modi migliori per gestire questo tipo di scivoloni mentali. La prossima volta che ti si svuota la mente durante una presentazione prova questo stratagemma:
Costringili a presentarsi da soli. Questo è il modo più efficace e agevole di gestire il tuo vuoto di memoria. Se fatto bene, nessuno avrà sospetti. Se hai dimenticato il nome di una persona del gruppo, rivolgiti a questa persona per prima e sorridi. Poi rivolgiti invitante alla persona di cui ricordi il nome e vai con: “ Lei è Linden Bond”, voltandoti nuovamente come per caso verso la persona di cui non ricordi il nome. La persona di cui non hai ancora menzionato il nome dirà automaticamente (è un riflesso) “Piacere di conoscerti Linden, sono Silvia Cooper” e di solito offre una mano da stringere.
| Entry #1128
Voting points | 1st | 2nd | 3rd |
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9 | 2 x4 | 0 | 1 x1 |
| Per molte persone, sentirsi imbarazzati nelle presentazioni non è una “situazione insolita". Capita spesso di non sapere se presentare qualcuno con il nome, il cognome o entrambi, se qualificare la persona da presentare (“ti presento il mio amico/amica _____”) e persino se sia in effetti il caso di presentare due persone in una data situazione. Ma questo è niente se paragonato allo spauracchio, apparentemente inevitabile, di dover presentare qualcuno di cui non si ricorda il nome.
Un conto è dimenticare il nome di qualcuno se lo avete incontrato solo una o due volte, o se non lo avete visto per un certo periodo. Ma troppo spesso si tratta di qualcuno di cui conoscete senz'altro il nome e che si sentirà offeso vedendo che non ve lo ricordate. In altre parole, ecco una gaffe in divenire.
E’ agonia pura quando succede, e ho visto tantissima gente confusa cercare di rimediare nei modi più diversi, dallo scusarsi in modo esagerato (“Oddio, scusami…NOOO, caspita, come ho fatto a dimenticarmi il tuo nome!”) al darsi per vinti e andare via. Ma ci sono modi migliori di gestire questo tipo di lapsus. La prossima volta che vi viene un vuoto di memoria mentre presentate qualcuno, provate questa tattica:
Obbligate le persone a presentarsi da sole. E’ il modo più agevole ed efficace di gestire il vostro lapsus momentaneo. Se vi riesce bene, nessuno sospetterà nulla. Se avete dimenticato il nome di qualcuno del vostro gruppo, per prima cosa giratevi verso quella persona e sorridete. Poi rivolgetevi in modo cordiale verso qualcuno di cui ricordate il nome e dite, “Le presento Mario Rossi”, girandovi casualmente verso la persona dimenticata. La persona di cui non avete ancora detto il nome dirà automaticamente, di riflesso, “Piacere di conoscerla, Mario, sono Silvia Bianchi”, e di solito tenderà la mano amichevolmente.
| Entry #1144
Voting points | 1st | 2nd | 3rd |
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9 | 2 x4 | 0 | 1 x1 |
| Per molti, il problema di sentirsi a disagio durante le presentazioni non è un “fatto eccezionale”. Spesso può succedere di avere dei dubbi se presentare qualcuno chiamandolo per nome, per cognome o se usare entrambi; se usare una qualifica (“questo è il mio amico ...”); o addirittura se spetti a voi presentare due persone in una determinata situazione. Ma tutto ciò è niente in confronto a quello che sembra essere l’incubo senza scampo dello smemorato che deve presentare qualcuno del quale ha dimenticato il nome.
Una cosa è dimenticare il nome di qualcuno che si è incontrato una o due volte, o che non si vede da parecchio tempo. Ma troppo spesso si tratta di qualcuno del quale davvero si dovrebbe conoscere il nome e che si riterrà offeso dal fatto che voi non lo ricordiate. In altre parole: l’inizio di una gaffe.
È pura angoscia quando succede e ho osservato centinaia di smemorati cercare di rimediare in diversi modi, a partire dalla scusa esagerata (“Oh dio! Mi dispiace così tanto! Caspita! Mamma! Non posso credere di aver dimenticato il tuo nome!”) fino a coloro che alzano le mani e vanno via. Ma ci sono dei modi migliori per affrontare questo tipo di errore di memoria. La prossima volta che vi capita di avere un vuoto di memoria quando dovete presentare qualcuno, provate il seguente stratagemma: costringeteli a presentarsi da soli. Questo è il modo più facile ed efficace per gestire il vuoto di memoria. Se fatto bene, nessuno avrà il minimo sospetto. Se avete dimenticato il nome di una persona all’interno del gruppo, rivolgetevi per primi a quella persona e sorridete. Quindi, rivolgetevi in modo invitante a una persona della quale ricordate il nome e dite: “Questa è Marcella Verdi”, girandovi nuovamente con disinvoltura verso la persona dimenticata. La persona della quale ancora non avete menzionato il nome dirà automaticamente (è un riflesso): “Piacere di conoscerla, Marcella, sono Silvia Coppi” e generalmente le stringerà la mano.
| Entry #1166
Voting points | 1st | 2nd | 3rd |
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9 | 2 x4 | 0 | 1 x1 |
| Il problema dell’imbarazzo legato alle presentazioni per molte persone non è una “situazione insolita”. Spesso si può essere incerti se presentare qualcuno usando il nome di battesimo, il cognome o entrambi, se utilizzare informazioni aggiuntive (“ti presento il mio amico ______”), e persino sul fatto di avere o meno la responsabilità di presentare due persone in una determinata situazione. Ma tutto questo è ben poca cosa se paragonato all’incubo che vi si associa, apparentemente inevitabile, di dover presentare una persona di cui si è dimenticato il nome.
Una cosa è non ricordare il nome di qualcuno incontrato solo un paio di volte al massimo, o che non si vede da tempo, ben altra cosa quando si tratta di una persona di cui si dovrebbe davvero conoscere il nome, e che si sentirà offesa nello scoprire la dimenticanza. In altre parole, un passo falso imminente.
Quando ciò si verifica, si diventa vittime di un tremendo imbarazzo, e ho visto centinaia di persone in preda alla confusione cercare di gestire la situazione in modi diversi, che possono andare da una profusione di scuse (“ODDIO, scusami tanto, ACCIDENTI, be’, non ci posso credere, ho dimenticato il tuo nome!”) all’abbandono e alla fuga. Esistono, però, modi migliori per gestire questo tipo di lapsus. La prossima volta che avete un vuoto di memoria durante una presentazione, provate con questo stratagemma:
Costringeteli a presentarsi. È il modo più semplice ed efficace per gestire una dimenticanza. Se fatto con maestria, nessuno sospetterà mai di voi. Se avete dimenticato il nome di qualcuno in un gruppo, avvicinatevi a quella persona per prima e sorridete. Poi rivolgetevi in modo incoraggiante a qualcuno di cui ricordate il nome e dite: “Le presento Linden Bond”, tornando a guardare in modo casuale la persona “dimenticata”. La persona di cui non avete pronunciato il nome, dirà automaticamente, come per riflesso: "Piacere di conoscerla, Linden, sono Sylvia Cooper", e solitamente porgerà la mano da stringere.
| Entry #1016
Voting points | 1st | 2nd | 3rd |
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7 | 0 | 2 x2 | 3 x1 |
| Diciamoci la verità, la maggior parte di noi, nel fare le presentazioni, è completamente negata, al punto che certi collezionano brutte figure da quando hanno iniziato a proferire le prime parole sensate, più o meno in 4a elementare, stando alle statistiche.
Il blocco creativo da presentazione si appalesa con i seguenti dubbi amletici: usare il nome, il cognome, il soprannome, oppure descrivere sommariamente la persona? Altro dubbio tipico: chiedersi se sia opportuno presentare due persone quando in realtà la cosa non dovrebbe rientrare nei vostri doveri, per esempio a una cena a casa d’altri dove, secondo il Bignami del galateo -regola 27- l’incombenza spetterebbe al padrone di casa, solitamente troppo avvinazzato per farlo.
Tutt’altra faccenda, invece, quando per forza di cose si deve
presentare qualcuno del quale non ci si ricorda assolutamente come caspita si chiama. Distinguiamo: una cosa è dimenticarsi il nome di una persona vista una o due volte nella vita, ben diverso è, invece, dimenticarsi quello di qualcuno che, almeno in teoria, dovresti conoscere piuttosto bene…che so, tuo cugino, il quale probabilmente farà poi in modo di condire con una leggera spolveratina di veleno per topi la tua fetta di pandoro al prossimo Natale in famiglia, anziché porgertela con la classica innevata di zucchero velato.
Le persone, in circostanze del genere, reagiscono nei modi più disparati, tipicamente con pessimi risultati.
La domanda sorge spontanea: come affrontare la situazione, dunque, al prossimo blackout cerebrale?
Il trucchetto, finemente psicologico, esiste, e vi consentirà di risolvere situazioni simili future con la classe di un Lord.
Semplicemente fate in modo che le due persone si presentino da sole. Pare che questo metodo, raffinato ed elegante, funzioni sempre.
Immaginiamo che siate a un ricevimento o una festa, e si venga a creare il classico triangolo: tu con supplì in mano, un tuo amico/a e il tuo cugino del quale continui imperterrito a non ricordarti il nome. Al momento fatidico, ovvero dopo aver pronunciato le parole “Ti presento…” date un discreto morso (il classico princess bite) al supplì… e fingete che vi sia andato di traverso. Naturalmente inizierete a tossire, sempre con garbo, e a mostrare i segni inequivocabili che avete bisogno di un bicchier d’acqua, il che vi fornirà la perfetta e diabolica scusa per allontanarvi, lasciando i due a dover, vostro malgrado, concludere le presentazioni in maniera autonoma (è un riflesso, l’ho letto a Proz, garantito che lo faranno). Quando, dopo esservi ripresi dal vostro mancato soffocamento da bolo alimentare, vi riavvicinerete alla coppia di persone, constaterete che vostro cugino si sarà già presentato da solo. Provare per credere!
| Entry #1068
Voting points | 1st | 2nd | 3rd |
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7 | 0 | 3 x2 | 1 x1 |
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Per molti non è ‘scena rara’ sentirsi a disagio durante le presentazioni. Si è spesso incerti se presentare qualcuno per nome, cognome, o entrambi; se usare un qualche qualificativo (‘lui è il mio amico____________’); e ci si domanda perfino se spetti proprio a noi far conoscere due persone in una data situazione. Ma questo è niente in confronto all’ incubo, a quanto pare, inevitabile di dover introdurre qualcuno di cui non si ricorda il nome.
Una cosa è scordarsi il nome di una persona incontrata solo una o due volte, o qualcuno che non si vede da tempo. Ma molto più spesso si tratta di qualcuno di cui dovresti veramente ricordare il nome, qualcuno che si sentirebbe senz’altro insultato nel sapere che non è così. Insomma, una gaffe assicurata.
Quando questo succede, è l’agonia più totale. Ho osservato centinaia di persone in approcci di socializzazione che cercano di venirne fuori in svariati modi: dalle scuse più esuberanti (‘O Dio, scusa, ACCIDENTI, ma tu guarda, non posso credere di aver dimenticato il tuo nome!), al tirar su le mani e allontanarsi. Tuttavia, ci sono metodi migliori per ovviare a tali lapsus di memoria. La prossima volta che avrai un vuoto mentre presenti qualcuno, prova il seguente stratagemma:
Spingi gli interessati ad auto presentarsi. Questo è il modo più facile ed efficace di ovviare ai vuoti di memoria. Se fatto bene, nessuno si accorgerà di niente. Se non ricordi il nome di una persona in particolare all’interno del gruppo, rivolgiti al lei per prima sorridendo. Poi sposta l’attenzione verso un’altra persona di cui invece ricordi il nome e di ‘lei è Linden Bond’, a questo punto volgendo nuovamente lo sguardo, quasi per caso, verso la persona dimenticata. Non essendo ancora stata nominata, quest’ultima dirà automaticamente (per riflesso) ‘Piacere di conoscerti Linden, io sono Sylvia Cooper’, e solitamente offrirà di stringere la mano.
| Entry #790
Voting points | 1st | 2nd | 3rd |
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4 | 1 x4 | 0 | 0 |
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